Articoli di Giovanni Papini

1955


in "Schegge":
Non invidiate il genio
Pubblicato in: Il nuovo Corriere della Sera, anno LXXX, fasc. 103, p. 3
Data: 1 maggio 1955


pag. 3




   Non venga in mente a nessuno d'invidiare l'uomo di genio. Prima di tutto egli viene ingannato, raggirato, truffato, tradito, beffato e sfruttato con somma facilità parche gli mancano, quasi sempre, quelle basse forme dell'intelligenza che sono la scaltrezza, la furbizia e la simulazione.
   La sua raffinata e talvolta esasperata sensibilità lo espone di continuo, infinitamente più degli uomini comuni, alle offese, alle percosse, alle lacerazioni della vita quotidiana: ciò che ad un altro parrebbe una puntura di spillo per l'uomo di genio diventa una piaga.
   I mediocri considerano un insulto e una colpa ogni sorta di grandezza e di superiorità e siccome sono la maggioranza possono impunemente perseguitare, tormentare, calunniare e condannare coloro che Dio volle mettere in alto.
   Insomma, l'uomo di genio non è che un povero imbecille, sciagurato e sventurato, il quale ha, per unico compenso, ogni tanto, il dono di qualche ora divina.


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